BARI – Le sconfitte del “San Nicola”. Più che quella della compagine biancorossa, a lasciare il segno, nel pomeriggio di grande calcio del capoluogo pugliese, è la grande sconfitta del tanto decantato stadio barese. Quello che doveva essere una giornata di festa e la prova generale a quella (che tutti si augurano) della promozione nella massima serie e dei pomeriggi futuri da serie A, si è trasformata in un incubo. Viabilità impazzita, parcheggi selvaggi, tifosi che incuranti di ogni norma di sicurezza attraversano le carreggiate, assenza quasi totale di agenti di pubblica sicurezza, sono alcuni dei mali più evidenti affrontati da chi ha avuto la fortuna o la sfortuna di recarsi ieri ad assistere la sfida tra Bari e Parma. L’esempio più rappresentativo è stato quello dell’autocisterna dei pompieri, bloccata nel traffico totalmente congestionato del dopo gara, e costretta ad assistere impotente al rogo di alcune auto andate in fiamme in uno dei parcheggi. A rendere ancora più paradossale la scena, il paragone con la perfetta serata vissuta solo tre giorni prima in occasione della gara tra Italia e Irlanda. E’ lecito chiedersi come mai, in tale circostanza, si sia riuscito ad organizzare l’afflusso e il deflusso degli spettatori in maniera egregia, grazie anche ad un perfetto spiegamento delle forze dell’ordine. Misteri del grande calcio.
Chi, armato di grande pazienza e volontà, è poi finalmente riuscito ad arrivare indenne allo stadio e a parcheggiare la propria auto, si è dovuto poi scontrare, come al solito, con la maleducazione di quella fetta di spettatori che non hanno evidentemente mai appreso il significato dei vocaboli: coda ed educazione. Per tornare ad essere una delle capitali calcistiche dell’italico pallone, bisognerà lavorare molto: prima ancora che sui lavori e sugli adeguamenti a strade e a impianti, su noi stessi.
Andrea Morrone