martedì 31 marzo 2009

I signori del calcio


BARI – I signori del calcio. Nuvole grigie e cariche di pioggia, con un cielo che profuma d’Irlanda. Nasce così, come nella più classica delle ballate irlandesi, l’amore tra Bari e le migliaia di tifosi giunti dall’isola verde fino alle sponde dell’Adriatico. Un amore a prima vista, tra due popoli di naviganti, uniti dall’amore per il mare e dal sorriso che accompagna le vicissitudini del lungo viaggio della vita.

Lontano però dai suoi tifosi festanti e dai fiumi di birra versati, Giovanni Trapattoni prepara al meglio la sfida che lo vede contrapposto ad una Nazionale che ha sempre amato e di cui ha condiviso le gioie e le delusioni della panchina. Oggi, a settant’anni compiuti, il Trap ha scelto di lanciarsi in una nuova avventura: nelle sue mani e nella sua immensa esperienza calcistica sono racchiuse le speranze dell’Eire di giungere sino ai Mondiali del Sudafrica. Il destino, beffardo ed avvincente come ogni grande storia, ha fatto si che sulla sua strada ci fossero proprio i colori azzurri. Domani sera, nella grande cornice di pubblico del “San Nicola”, Italia e Irlanda si giocano un pezzo di qualificazione, con tre punti che possono pesare tantissimo nel bilancio complessivo.

Il grande allenatore di Cusano Milanino ha l’aria del grande saggio, di quelli che ti insegnano qualcosa solo a starli acanto per un po’, e prova a spronare i suoi verso l’impresa: “Quella di domani sarà un po’ la sfida di Davide contro Golia, per noi non sarà facile superare una grande squadra come quella azzurra”. Trapattoni dribbla poi con eleganza ogni possibile amarcord per gli anni trascorsi sulla panchina italiana: “Sentire le note dell’inno della mia nazione è sempre una grande emozione, ma lo è anche ascoltare quello irlandese, la squadra a cui devo pensare in questo momento”. Come sempre poi, il Trap dispensa perle di saggezza e del suo modo istrionico di vivere il grande circo del calcio: “Tre momenti segnano la vita di ognuno – racconta Trapattoni – la nascita, la morte e il cambiamento. Io ho scelto spesso di cambiare ed ho conosciuto il calcio di tante nazioni. Un bagaglio di esperienza che mi ha arricchito e mi ha fatto conoscere nel mondo”.

Poco dopo gli fa eco Marcello Lippi, impeccabile e sorridente come un attore di Hollywood. Il tecnico viareggino non risparmia i complimenti al suo vecchio maestro: “Per quelli della mia generazione, Giovanni è stato un esempio da seguire in ogni aspetto. La sua grande capacità di fare gruppo, la sua scaltrezza, la sua furbizia e i suoi grandi innovamenti, hanno segnato il nostro calcio. L’Irlanda è sicuramente una buona squadra, che con Trapattoni in panchina ha del valore aggiunto”. L’allenatore campione del mondo evita accuratamente ogni domanda su Cassano e sulla delusione del pubblico di Bari: “Sono qui per parlare della partita e non degli assenti. Mi auguro che i cinquantamila del “San Nicola” possano diventare il dodicesimo uomo in campo e fare il tifo per la propria Nazionale, la stessa squadra che gli ha fatti gioire tre anni fa a Berlino”.

Andrea Morrone